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Essere genitori: le esperienze delle mamme e dei papà nella vita quotidiana

Come capire al meglio cosa vivono i genitori? Rivivendo una loro giornata tipo! Ecco perché abbiamo raccolto il racconto di Anna, la sua esperienza di mamma, genitore di 3 figli insieme a Sandro, marito e compagno della sua vita. Dal risveglio alla cena la sua routine quotidiana scandita tra imprevisti, ritardi, salti in lungo da record.

Il desiderio di una famiglia

Diventare genitore avere una famiglia è sempre stato il desiderio di Anna  e Sandro che sono riusciti con gli anni ad organizzare e rendere felice un ménage a 5. Lei e il marito, si sono sposati dopo pochi anni di fidanzamento, a 28 anni, subito dopo essersi laureati. Insieme hanno sempre condiviso il sogno di avere una famiglia numerosa e la vita li ha donato: Benedetta, Federico e Mattia tre bambini che hanno rivoluzionato e arricchito le loro giornate.
Nel racconto di Anna e Sandro c’è tanta gioia, ma non negano di aver trascorso periodi moto difficili. Con la loro storia però vorrebbero trasmettere un messaggio positivo, evidenziare soprattutto la meraviglia della famiglia, ironizzando sulle difficoltà che inevitabilmente un genitore incontra quotidianamente.

Il risveglio della famiglia: inizia la giornata

La mattina di Anna e Sandro inizia alle 6.00, al suono della sveglia. In quel momento ad entrambi sembra di vivere una trauma che si ripete da anni. Con addosso ancora il tepore della notte appena trascorsa, e tra sogno e realtà dopo un rapido sguardo al cellulare, in meno di un nano secondo, con un balzo da leonessa Anna si ritrova in cucina senza accorgersene mentre Sandro si concede ancora qualche minuto a letto.
Senza capire come possa essere già lì in quel momento, con la luce accesa e già operativa, la donna avvia il gas per il caffè, macchinetta prontamente preparato la sera prima da Sandro che un volta in piedi fa da sveglia ai piccoli.
Inizia così la routine della prima colazione.
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Pochi minuti ancora, prima di darsi la carica per affrontare la giornata

Restano ancora pochi minuti di silenzio, è il tempo che Anna si concede, il tempo che Anna vuole tutto per sé, di cui vorrebbe appropriarsi e s’illude di farlo ripetendo lentamente grandi respiri.
Ogni respiro fa da conto alla rovescia all’arrivo dei piccoli leoncini che si affacciano conturbati alla porta.
In quel momento Anna smette di pensare a sé e inizia a vivere per loro.
Ammette più volte che quello è uno dei momenti più belli della giornata, prima di tutto perché appena svegli non hanno la forza di strombazzare con le loro vocine angeliche e può goderseli nella loro dolce e tenera innocenza che resterà per lei sempre infantile.
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Una pace che dura pochi secondi

Anna e Sandro, come abbiamo già anticipato, ha tre bambini di 10, 7 e 5 anni sono una coppia complice, amica, che si ama dal primo incontro avvenuto durante gli studi universitari. Definiscono la loro vita felice anche se molto frenetica.
Dei tre “pargoletti” è il secondo figlio, Federico, il più pigro, distratto, disorganizzato, chiamiamolo “sognatore”, per dare un idea della sua personalità. Ed è a lui e alle sue distrazioni che mamma e papà dedicano molte delle energia mattutine. Mentre Benedetta la più grande e Mattia il più piccolo sono, bene o male, organizzati e autonomi (in linea sempre con la loro età).
Durante la prima parte della mattina si corre come in Formula Uno per arrivare in tempo a scuola senza dimenticare nulla per strada. I genitori si dividono equamente i compiti, mentre Anna porta Benedetta e Federico a scuola; Sandro accompagna Mattia alla scuola materna.
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Sono le 8.00 e sembra trascorsa già una giornata

La campanella è suonata e tutti i bimbi sono a scuola, in macchina un silenzio a tempo, per questo confortevole. Durante il tragitto che la conduce a lavoro, Anna ricarica le batterie. Lavora part time come segretaria in un’azienda. Dopo la nascita del primo figlio ha chiesto alla società una riduzione delle ore di lavoro che le è stata concessa e ne è felice. La scelta di non aver abbandonato del tutto le proprie ambizioni la inorgoglisce. Un giorno, dice sempre, quando i figli saranno grandi potrà riprende il lavoro a tempo pieno. Sandro invece è un operaio e, anche se con qualche difficoltà, cerca di non far mancare nulla alla sua famiglia.
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Il tempo vola veloce come il vento

La giornata lavorativa trascorre ordinariamente tra stress, consegne, appuntamenti, riunioni e strilli del capo.
Alle 15.00 però si esce per riunire di nuovo la famiglia, si corre a prendere la ciurma. La prima a salire in macchina della mamma è Benedetta, sempre sorridente inizia a parlare a macchinetta prima ancora di sedersi sul sedile d’avanti; dopo 10 minuti si arriva alla fermata di Mattia, sporco di colori dalla testa ai piedi, vederlo in quello stato distrae Anna dalle chiacchiere di Benedetta e la porta a pensare alle lavatrici da fare arrivata a casa. Già innervosita dal pensiero del lavoro che l’aspetta, arriva a scuola di Federico che le va incontro con la sua calma, a passo lento e sognante.
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Finalmente a casa

Benedetta e Federico sono grandicelli e possono aiutare, svolgendo i piccoli compiti che li sono stati assegnati, occupandosi di ordinare la camera e la sala mentre la mamma riveste di nuovo Mattia che ritrova la sua faccia dopo una bella lavata.
Arrivati a questo punto della giornata, sono quasi le 16.00, le priorità sono diverse e cambiano a seconda delle esigenze. Ci sono delle priorità fisse per la mamma come preparare la cena per tutti, accompagnare Benedetta e Federico a nuoto e ginnastica alle 18.00 il mercoledì e il venerdì e a lezione di musica e d’inglese il lunedì e il martedì.
La routine quotidiana si è consolidata nel tempo, Anna vive lontano dalla sua famiglia di origine e quando ha bisogno di aiuto chiama Floriana, una baby sitter di fiducia che ormai conosce da anni, anche se l’aiuto e il supporto del marito non le manca mai.
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E quando si fa sera…

Dopo i vari impegni dei ragazzi, il gironzolare per la città, il lavoro mamma taxista termina alle 19.00. Il marito Sandro, nel rientrare da lavoro riprende i figli dalle palestre o dalle scuole dove svolgono i loro corsi. Tutti insieme a casa, poco prima di cenare, si riuniscono in cucina per apparecchiare. Federico è sempre curioso di scoprire cosa bolle in pentola, assaggiare e se non è di gradimento lamentarsi mentre Benedetta trova da polemizzare solo quando si cucinano i broccoli perché non sopporta il loro odore.
In quei minuti, quando la famiglia è raccolta in un’unica stanza, Anna ascolta in differenziata il marito che le racconta la giornata; controlla che Federico non faccia troppi assaggi prima di sedersi a tavola; tenta di seguire i discorsi telefonici di Benedetta e di controllare Mattia che gioca a fare il pittore.
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Finalmente 5 minuti di silenzio

La calma e un relativo controllo si ritrova quando ci si siede a tavola, in totale silenzio per i primi 5 minuti in cui si consuma il pasto.
Tra i discorsi più frequenti che accompagnano le loro cene ci sono le richieste dei ragazzi che non ritenendo già abbastanza numerosa la famiglia, più volte hanno espresso il desiderio di avere un cane.
Il giorno che glielo hanno proposto la prima volta, Anna e Sandro, hanno promesso che ne prenderanno uno quando Mattia avrà 7 anni e si spera abbia smesso di colorare ogni cosa. Ed è la stessa risposta che danno ogni volta.
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E dopo cena… quei pochi minuti di fuoco

Durante la sera, la mamma e il papà raccontano di vivere i momenti più belli in famiglia, i ragazzi più grandi ricercano la propria indipendenza e restano spesso in camera. Il fatto più divertente e, capita quasi ogni giorno, che anche solo per pochi minuti si ritrovano per caso in sala o in cucina o tra la sala e la cucina tutti insieme “accendono quei pochi minuti di fuoco”: ognuno strilla verso l’altro accusandolo senza un perché reale per qualcosa d’indefinito.
E’ come assiste all’esplosione di una bomba , gran fracasso e poi silenzio!
Prima di crollare sul divano, Anna e Sandro, si assicurano che Mattia dormi, abbracciato al suo peluche a forma di penna gigante e poi si concedono di guardare un film di cui quasi sicuramente non ricorderanno mai il finale.
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24h non sono più sufficienti…

Anna conclude con un pensiero da mamma e descrive la sua routine quotidiana come una meraviglia dai contorni indefiniti, una rincorsa continua verso appuntamenti che a pensarci bene passano in secondo piano rispetto alle energia, ai sorrisi, ai suoni, al calore della famiglia.
I due genitori hanno voluto raccontare il bello della loro vita da mamma e papà fatta d’amore e tanta organizzazione, tralasciando volutamente i momenti più critici per lanciare un messaggio di speranza e serenità.
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Maria Giovanna