In Gravidanza

Esame cardiotografico in gravidanza

Sono vicina alla data del parto. Durante l’ultimo monitoraggio cardiotografico il mio bebè ha dormito quasi tutto il tempo. E’ normale?

Nelle ultime settimane di gravidanza, il feto dorme per brevi intervalli di tipo di circa venti minuti. E’ dunque possibile che, proprio mentre si effettua l’indagine, il piccolo stia facendo… la nanna.

L’esame, però, permette di accertare che tutto proceda per il meglio. Il monitoraggio cardiotocografico serve infatti a controllare il battito cardiaco fetale e quindi il benessere del nascituro. I parametri più importanti sono la frequenza cardiaca media (che deve essere compresa tra 110 e 160 battiti al minuto), le accelerazioni e decelerazioni del battito, ovvero repentini e marcati scostamenti da questa frequenza media, e la variabilità della frequenza stessa, ovvero le piccole ma continue, oscillazioni della frequenza cardiaca. Una grande variabilità segnala che il bambino è vitale e reattivo; una variabilità scarsa, cioè un battito che si mantiene pressapoco costante, può indicare una sofferenza fetale o il fatto che, in quel momento, il nascituro stia dormendo.

Per accertare che la mancanza di variabilità sia dovuta a un “pisolino” del piccolo, è sufficiente mantenere l’apparecchio cardiocartografico acceso per una ventina di minuti. Se il bimbo si risveglia e il tracciato torna a mostrare una buona variabilità, non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Qualora il ginecologo non riscontri un aumento della variabilità, può sottoporre la gestante a un controllo ecografico per verificare che il liquido amniotico sia abbondante e, mediante eco-doppler, che il flusso sanguigno nei vasi del cordone ombelicale, sia regolare. Se anche questi paramentri non fossero rassicuranti, il medico può decidere di espletare il parto.