In Gravidanza

Parto cesareo programmato

cesareo programmatoC’è chi sostiene che il parto cesareo non si possa nemmeno considerare una “modalità” di parto, ma un intervento chirurgico punto e basta. Per altri, invece, il cesareo è un’opzione che ogni donna dovrebbe poter scegliere, in nome dell’autodeterminazione, anche in assenza di indicazioni mediche. Lo chiamano “cesareo programmato” o “cesareo su richiesta” e, secondo alcune stime internazionali, rappresenta il 6-8% rispetto al totale dei cesarei (in Lombardia nel 2001, quasi l’11%).

L’argomento è delicato, perché suscita problemi di natura etica: è giusto oppure no che una futura mamma possa richiedere che le venga effettuato un intervento non necessario (con tutti i rischi relativi)?

Il nostro paese vanta il record dei cesarei (nel 2004 è stato raggiunto il 36,4% con grandi differenze a livello regionale: dal 59% della Campania al 19% della Valle d’Aosta, secondo i dati ufficiali rilasciati dal CeDAP, I Certificati di assistenza al parto) e alcuni ne attribuiscono parte della responsabilità alle mamme. Ma secondo i dati Istat del 2006, solo il 5% avrebbe preferito fare un cesareo se avesse potuto scegliere.

dati cesareo

Una possibilità offerta a macchia di leopardo: c’è chi accorda il cesareo su richiesta, senza però specificare l’assenza di indicazioni mediche, altri lo ritengono un diritto civile ma lo concedono dietro la firma di un apposito consenso informato, altri ancora lo riservano a casi molto particolari, oppure lo negano, sostenendo che sia contrario al buon senso sottoporsi ad un intervento non necessario.

  • POSSIBILITA’ 1: SI’, E’ UN DIRITTO CIVILE

Tra le indicazioni al taglio è prevista espressamente anche la scelta da parte della donna. Così è scritto nelle Linee Guida approvate dalla regione Campania nel 2005.

E così dunque si fa al Policlinico di Napoli, dove la percentuale dei cesarei si attesta intorno allo 10-15% rispetto al totale dei parti. Quella che un tempo era considerata una scelta “voluttuaria”, legata più che altro alla paura del parto, oggi viene riconosciuta come diritto civile. Equiparato quindi a casi di chirurgia estetica o di sterilizzazione volontaria. Attenzione però: il medico di turno può anche opporsi, facendo una sorta di obiezione di coscienza.

  • POSSIBILITA’ 2: MEGLIO DI NO, OPERA DI DISSUASIONE

La risposta è quasi sempre no. A meno che non si tratti di una situazione drammatica, quando è evidente che la donna non ce la farà mai a superare un parto spontaneo.

Alla Clinica Universitaria del San Paolo di Milano, i cesarei su richiesta ammontano al 3% del 25% dei cesarei effettuati su 2200 parti all’anno (una media di 6 al giorno), ma sono praticamente tutti su “motivazione psicologica”. “Le richieste però sono poche: il tam tam cittadino ha fatto sì che le mamme che hanno questa intenzione si rivolgano ad altri ospedali” – spiega Anna Maria Marconi, la coordinatrice dell’Area Ostetrica. “Da noi chi desidera il cesareo deve parlarne prima con un medico “neutrale”, che non conosca cioè la donna e possa giudicare così le reali necessità di un intervento chirurgico programmato senza alcuna motivazione clinica. Ma, in generale, cerchiamo di dissuaderla”. Nei casi, molto rari, in cui il “permesso” venga accordato, la futura mamma firma un consenso informato in cui scrive espressamente di richiedere il cesareo e specifica la propria personale motivazione.

Il cesareo su richiesta non si effettua quasi mai nemmeno all’Ospedale di Lugo di Romagna (provincia di Ravenna). Anche qui si cerca di mettere in campo ogni risorsa per spiegare alla futura mamma e al suo partner che cosa può significare eseguire un intervento non appropriato e in assenza di indicazioni ostetriche. “Gli esseri umani sono fatti per nascere con un parto vaginale e il cesareo va limitato solo ai casi in cui ciò non è possibile”, afferma Enzo Esposito, presidente dell’Associazione Scientifica Andria.

“Da noi le richieste sono pochissime: cerchiamo di dare alle mamme ogni informazione a riguardo e, quindi, conoscono già la risposta. Chi sceglie l’intervento è spinta più che altro dalla paura: la responsabilità dei cesarei su richiesta è degli stessi medici, che troppo spesso abbandonano le mamme con i loro timori, senza ascoltarle e senza dar loro rassicurazioni. A quel punto, richiedere un cesareo, e accordarlo, diventa per entrambi la cosa più semplice”

Fonte: Rivista mensile “Io e il mio bambino”.

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