Cecca e Bice vivevano nello stesso palazzo in via Boccaccio a pochi passi dalla mia scuola.
Ogni mattina si davano il buongiorno dai loro balconi fioriti, mentre, come in un rito, stendevano i loro candidi panni al sole.
Cecca e Bice si aiutavano da sempre: “Bice, non avresti una bustina di lievito,” chiedeva Cecca, “sto impastando la torta e mi sono accorta di non averlo comprato!”.
“Ma Cecca, anche due se questa non ti bastasse!”, rispondeva Bice.
Oppure accadeva: Bice: “Cecca, domani mi terresti il cane mentre vado dal dottore?”.
Cecca: “Ma che domande, sai che ti terrei anche il gatto se l’avessi!”
Cecca e Bice erano amiche ad ogni costo ed ogni giorno non mancavano al loro appuntamento pomeridiano quando, sedute davanti ad una tazzina di caffè, si rilassavano giocando una partita di scopone.
Fu così che, in men che non si dica, passarono gli anni e tra una partita di scopone ed una chiacchierata, Cecca e Bice ne combinarono di tutti i colori.
Finchè un bel giorno, mentre Cecca stendeva i suoi panni al sole, si accorse che il cane di Bice aveva scavato un buco fondo fondo proprio in uno dei suoi vasi, distruggendo così i suoi fiori preferiti.
Cecca, piena di rabbia e con le lacrime a gli occhi, si mise a rincorrere con la scopa la povere bestia.
Bice vedendo l’amica in quello stato, ridendo disse: “Ma Cecca, non prendertela così, lo sai che quel simpaticone del mio cane è un pò una birba!”.
Cecca: “Una birba quel cane!? Quel cagnaccio è un diavolo!
Appena lo acchiappo lo prendo a bastonate una volta per tutte!”.
Bice: “A bastonate dovresti invece prendere quel mascalzone di tuo figlio.
Con quel suo vocione tiene sveglio tutto il palazzo!
Cecca: “In quanto a vocione tu hai certo il primato, anche a non volerlo, sento tutto quello che dici!”.
Bice: “Allora mi avrai sentito dire quanto non sopporti più di avere per vicina una vipera come te!”.
Cecca: “Questo non mi sorprende affatto. L’ho pensato sin dal primo giorno quando, con uno dei tuoi soliti pretesti, ti sei presentata con quella brutta faccia davanti alla mia porta per ficcare il naso nei miei affari!”.
Da quel giorno ogni volta che passo davanti al loro palazzo in via Boccaccio penso a quanto era bello guardare quei due balconi colmi di panni e di fiori.
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Nota: questa fiaba originalissima è un tributo al sito “fiabedilucia” che ormai non esiste più. Un vero peccato perchè era un ricco contenitore per bambini e le loro famiglie!
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