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In Gravidanza

Il parto cesareo

Che cos’è il parto cesareo

Il parto cesareo è un intervento finalizzato all’estrazione del bambino attraverso un’incisione chirurgica praticata nella parete addominale e nell’utero della donna. La sua incidenza è cresciuta progressivamente negli ultimi anni a causa sia dell’aumento dell’età materna sia dell’incremento dei contenziosi medico-legali con richieste di risarcimenti stratosferici legati all’esito di molti parti naturali.

In pratica, sono sempre più numerosi i ginecologi che preferiscono “non rischiare” e quindi ricorrono al cesareo anche quando non è strettamente necessario benché l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) consigli di riservare l’operazione ai casi in cui è davvero necessaria.

Come si fa un parto cesareo

taglio cesareoCome avviene: il taglio dell’addome e dell’utero può avvenire con due diversi tipi di incisione, longitudinale (verticale) oppure trasversale (orizzontale). La prima, che prevede un taglio che va dall’ombelico al pube, è la più veloce e, di conseguenza, è la più utilizzata nei casi di emergenza, perché permette di estrarre il piccolo più rapidamente. In condizioni normali però, è la meno preferibile, soprattutto per motivazioni estetiche, considerato che lascia una cicatrice ben visibile.

Nell’incisione trasversale, invece, il taglio viene effettuato a livello del margine superiore dei peli del pube che, ricrescendo, nascondono la cicatrice.

Due le tecniche attualmente in uso:

  • Di Pfannenstiel
  • In questo caso si pratica con un bisturi un’incisione della pelle addominale di circa 8 centimetri, in seguito alla quale si procede con il taglio degli strati sottostanti, fino a giungere all’utero. L’incisione viene effettuata all’altezza della parte bassa e anteriore dell’utero. Concluso il taglio, il chirurgo estrae il bambino facendo estrema attenzione: utilizzando le dita apre le membrane amniotiche (che formano il sacco) e inserisce la mano nell’utero per prendere la testa del piccolo e posizionarla sotto l’incisione praticata in precedenza. L’ostetrica, nel frattempo, esercita una pressione sull’utero, dall’alto verso il basso per favorire l’uscita del bimbo. A questo punto il chirurgo estrae la testa del piccolo, lo prende sotto le ascelle e lo fa uscire dall’addome con delicatezza. L’ostetrica recide poi il cordone ombelicale, viene rimossa la placenta e di sutura la ferita con punti metallici sulla pelle dell’addome e riassorbibili per i tessuti interni.
  • Di Stark
  • Si tratta di una tecnica meno invasiva, che si distingue da quella tradizionale per il tipo differente di incisione e di sutura praticati.
    In questo caso infatti, il taglio della pelle è di circa 5 centimetri, e l’utilizzo del bisturi è limitato: alcuni tessuti infatti, invece di essere tagliati vengono scostati con le dita. Così facendo il peritoneo, la membrana che avvolge gli organi dell’addome, non deve essere suturato con i punti ma si richiude autonomamente in poche ore. Anche le saturazioni della parete addominale e dell’utero vengono semplificate e la convalescenza per la neomamma è più breve.

Quali sono i rischi di un parto cesareo

Ci sono, come qualsiasi intervento chirurgico, chiaramente dei rischi, tra cui:

  • il feto rischia dei tagli accidentali dovuti al bisturi, o traumi riportati durante l’estrazione
  • la donna può avere dei disturbi provocati dall’anestesia (epidurale, spinale o generale) come crisi respiratorie, malessere o dolori allo stomaco. Esiste anche il rischio che si sviluppi una emorragia durante l’intervento o nei giorni successivi o che la donna riporti delle lesioni alla vescica.

Nota: se la madre ha già subito due cesarei, si preferisce ancora questo intervento perché l’utero è diventato troppo fragile per sopportare un parto naturale.

Quando si fa un parto cesareo

Ma quando e perché si ricorre al parto cesareo? Di solito per:

  • un distacco precoce della placenta
  • lo schiacciamento del cordone ombelicale fra la testa del piccolo e le ossa del bacino della madre
  • l’annodamento del cordone intorno alla testa del feto
  • in caso di sproporzione feto-pelvica, ossia tra le dimensioni del feto e quelle del canale del parto
  • se il feto si presenta di spalla o di piedi oppure con il sederino(si parla di parto podalico ma, mentre nel primo caso occorre fare sempre il cesareo, negli altri due il ginecologo può decidere per l’intervento o tentare il parto naturale)
  • in caso di gravidanza gemellare, benché il ginecologo possa decidere comunque per un parto naturale.

Mia moglie in ospedale, quando le contrazioni erano diventati fortissime, chiese al chirurgo se non potessero farle un cesareo (con la speranza che il dolore finisse il prima possibile). Il dottore replicò: “Signora, il parto naturale è un dono, qui facciamo migliaia di cesarei e per noi non sarebbe un problema ma si fidi di me, non lo chieda un’altra volta”.

Il parto naturale, con epidurale, è andato a meraviglia e, mentre scrivo, una sanissima bimba di un mese, riposa nella culla accanto a me 🙂

Fonte: Rivista mensile “BimbiSani e belli”