In Gravidanza

Parto assistito (forcipe e ventosa)

parto assistitoIl parto assistito (a volte chiamato strumentale o parto operativo vaginale) utilizza strumenti quali forcipe o ventosa che vengono attaccati alla testa del bambino per tirarlo fuori. Non è una cosa così infrequente, ad esempio in un parto su otto, nel Regno Unito, il bambino ha bisogno di aiuto per nascere.

Cosa sono forcipe e ventosa?

Il forcipe viene spesso descritto come “pinza da insalata”. Ha due punti di intersezione e estremità curve per avvolgere la testa del bambino. Vi sono molti tipi e forme diverse di forcipe.

 

La ventosa, ha una specie di coppetta attaccata a una piccola pompa di aspirazione e una maniglia da cui tirare. La coppetta viene appoggiata sulla parte posteriore della testa del bambino.

Vi sono vari tipi di coppetta per ventosa:
• plastica morbida, meno a rischio di provocare danni alla testa ma più scivolosa.
• plastica semirigida, quella più usata.
• metallo, meno scivolosa ma più a rischio di provocare traumi al cranio del bambino.

Il tipo di coppetta utilizzato dipenderà dalla posizione del bambino e dalla difficoltà valutata dal medico.

Perché dovrei aver bisogno di un parto assistito?

L’ostetrica e il dottore potrebbero consigliare un parto assistito se:

• il bambino entra in sofferenza durante la fase di spinta

• sei molto stanca e non riesci più a spingere

• il bambino sembra aver fermato la propria fuoriuscita

• per motivi di salute non puoi spingere troppo (se per esempio hai problemi al cuore).

Il forcipe potrebbe essere usato durante il parto vaginale di un bambino podalico. In questo caso, dopo la fuoriuscita del corpo, se vi sono difficoltà a far uscire la testa, viene utilizzato il forcipe per aiutarti.

E’ possibile evitare un parto assistito?

Non sempre, ma i seguenti fattori possono contribuire a ridurre il rischio:

• ricevere continuo sostegno durante il travaglio dal tuo partner o da una doula

• restare in posizione dritta durante il travaglio

• evitare l’epidurale

• se ti hanno fatto l’epidurale, aspettare che la dilatazione sia completa da almeno mezz’ora o fino a quando senti il bisogno di spingere, prima di spingere fuori il bambino.

Cosa succede prima di un parto assistito?

Il medico ti spiegherà perché ritiene necessario il parto assistito. Ti esaminerà internamente e sentirà la pancia per verificare che il bambino sia in una posizione adatta al parto assistito, e per decidere quale strumento utilizzare.

Se ritiene che il parto assistito sia possibile ma complicato, sarai portata in sala operatoria per operare un taglio cesareo nel caso sia necessario. Dovrai appoggiare le gambe a dei supporti ai lati del letto. La parte finale del letto verrà rimossa e le tue gambe saranno coperte da teli sterili.

Un piccolo catetere, attaccato a una sacca, potrebbe venire applicato alla vescica per svuotarla (la procedura potrebbe essere leggermente fastidiosa).

Ti sarà somministrato un antidolorifico, magari tramite iniezione all’interno della vagina (detta blocco pudendo) o un’epidurale o un anestetico spinale.

Potrebbe essere presente anche un pediatra in sala parto. La cosa è normale nei parti strumentali, quindi non preoccuparti.

Cosa succede quando si usa la ventosa?

Molti medici preferiscono usare la ventosa perché di solito è meno dolorosa per la madre, sia durante che dopo il parto rispetto al forcipe. E’ meno probabile che ti serva un’episiotomia, e c’è meno rischio di rottura perineale. La coppetta della ventosa si adatta alla testa del bambino nella parte superiore piuttosto che intorno, quindi è necessario meno spazio per l’uso corretto dello strumento.

Il medico o l’ostetrica specializzata posizioneranno la ventosa sulla testa del bambino dentro la vagina, risucchiando poi l’aria tramite una pompa. La macchina può essere rumorosa, quindi non spaventarti.

Una volta fissata la ventosa, ti sarà chiesto di spingere con la prossima contrazione, mentre lui tirerà la ventosa per aiutare il bambino a uscire. Se il bambino non scende nonostante le spinte o non nasce dopo tre contrazioni/spinte, dovrebbe interrompere l’uso della ventosa.

Se la ventosa non funziona, un medico esperto potrebbe usare il forcipe prima di ricorrere al cesareo. Tuttavia, usare diversi strumenti uno dopo l’altro può aumentare il rischio di ferire il bambino.

Cosa succede quando si usa il forcipe?

Il dottore dovrà praticare un taglio (episiotomia) sulla parte posteriore della vagina per allargare l’apertura in modo che il forcipe possa essere applicato ai lati della testa del bambino.

Una volta posizionato il forcipe, il dottore tirerà gentilmente mentre tu spingi durante la contrazione, per aiutare il bambino a scendere e uscire. Se il bambino non si muove o non è sceso dopo tre contrazioni/spinte il forcipe dovrebbe essere abbandonato e si dovrà ricorrere al cesareo.

Il parto con il forcipe tende ad essere più doloroso e fastidioso, quindi dovrai subire un’anestesia locale o totale. Normalmente il tasso di esito positivo è maggiore con il forcipe che con la ventosa, ma comporta più spesso danni al bacino pelvico o al perineo.

Tuttavia, un medico esperto dovrebbe riuscire a non provocare ferite durante la procedura e usare lo strumento adeguato alle particolari circostanze.

Comprendere la nascita del bambino

Se hai avuto un parto assistito, devi essere sicura di capirne bene le motivazioni. Se possibile, parlane con il medico o l’ostetrica che l’hanno eseguito. Altrimenti, potresti preoccuparti senza motivo quando dovrai partorire il prossimo figlio. Otto donne su dieci che hanno subito un parto assistito hanno un parto normale la volta dopo.