Il Ministro Lorenzin da quando è stata eletta si è messa in primo piano nella lotta contro il fumo, ancora una volta tenta di far passare il disegno di leggere che vieterebbe di accendere la sigaretta in auto davanti a minori o donne incinta.
Putroppo ancora una volta la sua proposta non è passata anche se presto sarà argomento di dibattito parlamentare. Il Ministro si è sentito scoraggiato dal risultato che sta ottenendo e con una lettera aperta ha spiegato le sue ragioni:
La Lorenzin scrive il suo disagio ed il suo dispiacere nel notare che i bambini iniziano spesso a fumare intorno ai 12 anni.
Mentre i più piccoli accendono la prima sigaretta i loro genitori si accingono a smettere capendo gli errori passati.
Le campagne antifumo spesso risultano ancora inefficaci nel formare i giovani ad avere atteggiamenti corretti verso il tabacco e di conseguenza sale il numero dei baby fumatori.
Ricorda che il fumo (sia passivo che attivo) è tra le prime cause di morte in Europa e che sarebbe giusto dare il buon esempio quando si tratta di bambini.
Fumare in auto è un po’ come se il medico dal quale siamo in cura lo facesse davanti a noi, l’idea è la stessa, l’esempio è sbagliato, come il messaggio che ne consegue, spiega.
Queste sono in sintesi le parole scritte da questo ministro che vorrebbe a tutti i costi meno sigarette possibili tra le dita degli italiani di tutte le età.
A ben pensarci e con una certa dose si egoismo, fumare in auto dovrebbe essere una scelta personale esattamente come decidere di farlo in casa.
Va detto che mentre si guida la sigaretta accesa espone ad un maggior rischio di incidenti ed il fumo passivo in auto attaccandosi alle pareti dell’abitacolo continua a creare danni anche quando la sigaretta è ormai spenta da anni.
La scelta di appoggiare o meno la proposta del ministro Lorenzin è soggettiva a ben vedere e per questo penso sia giusto che se ne parli, d’altra parte, credo che ogni persona quando accende la sigaretta vicino ad bambino, una donna incinta o un non fumatore dovrebbe capire che in quel momento mette a rischio di ammalarsi non solo se stesso ma chinque lo circondi non dandogli a volte possibilità di scelta.