Un conducente Atac, qualche giorno fa, ha scongiurato il suicidio di una ventenne. La ragazza voleva buttarsi da un ponte all’altezza della stazione Tiburtina di Roma. L’uomo, come ha dichiarato ai giornali, non si sente un angelo, né un eroe per quello che ha fatto.
Quando ha visto la ragazza sul ponte, al di là del parapetto, l’autista Atac le ha subito intimato di scendere, poi si è accorto che piangeva e ha temuto il peggio. Mentre un collega chiamava le forze dell’ordine, le ha detto: “Se ti butti tu, mi butto anche io”. Solo allora la ragazza si è lasciata aiutare. Ha scavalcato il parapetto ed è corsa via. È stata poi ritrovata dai carabinieri in stato confusionale.
L’uomo, che è papà di 3 figli più o meno della stessa età della ragazza, ha concluso dicendo: “Non mi sento un angelo, né un eroe. Sono solo una persona che ne ha aiutata un’altra. Dovremmo tutti riscoprire la bellezza del porgere la mano al prossimo, non solo in senso pratico”.