Primi mesi

Ernia inguinale nei bambini

Che cos’è l’ernia inguinale?

L’ernia inguinale si manifesta come un piccolo rigonfiamento all’inguine ed è dovuto a uno scivolamento di un tratto dell’intestino (nei maschietti) o dell’ovaio (nelle femmine) all’interno del dotto peritoneo-vaginale, un canalino che normalmente dovrebbe chiudersi entro il primo anno di vita. L’ernia rischia di strozzarsi (soptrattutto nei bambini con meno di un anno) e la parte interessata – non più irrorata dal sangue – può andare in necrosi. Per questo, è sempre necessario un intervento chirurgico per riposizionare l’intestino o l’ovaio nella loro sede naturale.

Durante la vita fetale, nei bambini, c’è un piccolo canale all’altezza dell’inguine, che permette ai testicoli di migrare dall’addome fino allo scroto, accompagnati da una estroflessione “a dito di guanto” (una sorta di sacchetto, simile al dito di un guanto rovesciato) del peritoneo: è il dotto peritoneo-vaginale che, normalmente, si chiude alla nascita o, comunque, entro il primo anno di vita del bambino. Qualora, per una piccola malformazione, il dotto rimanga ampiamente aperto, vi può scivolare un piccolo tratto dell’intestino, provocando il manifestarsi di una ernia inguinale (in disturbo che si presenta in quasi il 5% dei maschietti).

Nelle bambine, invece, durante la vita fetale, il totto peritoneo-vaginale ospita il legamento rotondo sospensore dell’utero. Se questo canale non si chiude alla nascita, l’ovaio (e, a volte, l’intestino) può insinuarvisi. Il problema è meno frequente dei maschietti (circa sei volte meno).

Sia nei bambini sia nelle femminucce, questo disturbo si presenta con un caratteristico rigonfiamento localizzato all’inguine, segno di una malformazione del canale inguinale, che ha permesso il manifestarsi dell’ernia.

A differenza dell’ernia ombelicale, l’ernia inguinale può comportare rischi per la salute del bambino. La gravità del disturbo, però, è legata alle caratteristiche dell’ernia stessa.

La forma meno seria è l’ernia riducibile, che si presenta quando il tratto dell’intestino o l’ovaio interessati si spostano su e giù nel dotto peritoneo-vaginale e il medico può, quindi, far risalire il piccolo rigonfiamento nell’addome del bimbo, esercitando una semplice pressione all’inguine.

Più seria, invece, è l’ernia complicata: in questo caso, il tratto di intestino (o l’ovaio) si trova compresso nel dotto e, perciò, il ritorno del sangue venoso viene rallentato. La parte interessata dall’ernia si distende, si gonfia e può andare incontro a uno strozzamento. Così, anche il sangue arterioso non riesce più ad arrivare al tratto intestinale oppure all’ovaio, che rischiano di andare in necrosi. Non solo: nel maschietto, se l’ernia si strozza, anche il testicolo può soffrirne. I casi che lo irrorano, infatti, scorrono proprio lungo la parete del dotto peritoneo-vaignale e la sua compressione ostacola l’afflusso di sangue (e, quindi, di ossigeno) nelle ghiandole sessuali del bambino.

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ernia inguinale

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L’ernia inguinale va affrontata per via chirurgica e non esistono cure alternative. I tempi dell’intervento sono diversi a seconda della serietà del disturbo. Se l’ernia è riducibile, l’operazione può essere programmata, scegliendo con calma la data del ricovero. Soprattutto se il bimbo ha più di un anno. I rischi di strozzamento, infatti, sono maggiori nei primi 12 mesi di vita.

Ricorso immediato al pronto soccorso e l’intervento d’urgenza, invece, se ci sono segni che possono fare sospettare uno strozzamento: ad esempio, non si riesce più a “ridurre” il rigonfiamento, la parte interessata diventa dolente e il bambino è irritabile, piange e si lamenta.

L’intervento può essere effettuato nella modalità “day surgery“, che permette di tornare a casa il giorno stesso.

Il chirurgo elimina il sacco erniario nel canale inguinale, riposizionando l’ovaio o l’intestino nella sede naturale. L’intervento richiede l’anestesia totale e prevede una piccola incisione all’inguine. Nelle prime 48 ore, non occorrono medicazioni: è sufficiente cambiare garza se si sporca. Dopo una settimana, è previsto un controllo per verificare la cicatrizzazione, mentre i punti si riassorbono da soli.