bebè che piange
Primi mesi

Mio figlio di 11 mesi si sveglia molte volte a notte piangendo. Cosa devo fare?

Cara mamma,
il tuo bimbo si può svegliare per una serie disparata di motivi: forse potrebbe avere fame, se lo hai abituato a fare molte poppate durante il giorno e queste sono quantitativamente poco corpose ma comunque molto frequenti (più di una ogni due ore) allora molto probabilmente il suo organismo si è abituato a questi ritmi e quindi si può svegliare per semplice fame dettata dal suo pancino perennemente prima pieno e poi vuoto, ma questo dato è facilmente capibile se il piccolo ricerca la tetta o il biberon nel momento del risveglio e se una volta ottenute si nutre e non ci si accoccola sopra e basta. Il consiglio che ti posso dare in questi casi è di cercare di aumentare il tempo diurno tra una poppata e l’altra in modo tale da abituare il suo pancino a non avere fame perennemente, ciò ti può essere più semplice se provi ad aumentare i momenti di coccole senza offrirgli la tetta, puoi aiutarti anche con il ciuccio se già lo usa.

I motivi di risveglio notturno possono essere anche dovuti a reali dolorini fisici e in questo caso il pianto del bimbo è più capriccioso e disperatamente inconsolabile, difficile darti un consiglio in questo ambito in quanto più di competenza del tuo pediatra di fiducia, forse ha dolori al pancino (coliche) oppure, vista la stagione, fai controllare che non abbia una otite in corso.
Ti consiglio anche di rivedere con la pediatra lo svezzamento che dovresti avere già iniziato.

Potrebbe svegliarsi e piangere solo per avere un po di coccole e attenzioni aggiuntive, in questo caso ti consiglio di rispondere sempre al pianto ma nel caso il tuo cucciolo sia già abituato al suo lettino o alla sua culla di non sollevarlo per prenderlo in braccio ma cerca di coccolarlo da disteso in modo che continui ad associare la notte e il suo lettino al sonno, se lo prendi in braccio e lo porti nel lettone con te rischi di dargli un rinforzo che nel tempo diventa un capriccio con gratificazione del lettone e della mamma e del papà.

Spero di essere stata esaustiva.

Elisa Barberini – psicologa