In questo modo la madre può vedere la nascita del figlio condividendo questo momento con la persona amata. Per somministrare l’anestesia il medico è solito chiedere alla donna di mettersi in posizione fetale per favorire l’estensione della colonna vertebrale.
Esistono due varianti di questo tipo di anestesia:
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In Italia la decisione del Ministero della Salute di introdurre il parto indolore nei livelli essenziali di assisenza – attraverso quindi il ricorso di anestesie locali e di tipo epidurale – ha scatenato non poche polemiche. A favore del provvedimento si sono schierate le società scientifiche dei medici ostetrici e ginecologici, convinte che il ricorso alle tecniche di analgesia possa arginare il massiccio ricorso al parto con taglio cesareo e ridurre le possibili conseguenze medico-legali in caso di problemi durante il parto. Contro ci sono invece le organizzazioni che promuovono il parto naturale, per le quali il ricorso all’epidurale non è l’unico mezzo per ridurre i dolori delle partorienti. E indicano soluzioni alternative e meno medicalizzate: continuità assistenziale da parte dello stesso team di operatori di prima, durante e dopo il travaglio; adeguamento delle strutture ospedaliere che attualmente non offrono la possibilità alle donne di partorire in un ambiente più naturale, libere di muoversi e si assumere posizioni diverse durante il parto; possibilità di partorire in acqua o a domicilio.
Fonte: Libro: Il parto Cesareo – Edizioni Il leone Verde