Dare il bambino alla mamma subito dopo il parto

Il neonato e la mamma hanno bisogno di un immediato rapporto per creare un rapporto affettivo in parte biologico e il parte psicologico.

Il rapporto tra madre e bambino deve avvenire subito dopo il parto; infatti il corpo nudo della mamma rassicura il neonato e si crea un imprinting ancora più forte con gli odori e i rumori che provengono dal corpo della madre.

Purtroppo l’ospedalizzazione comporta delle regole che hanno avuto la conseguenza di limitare i rapporti madre-bambino.

Il distacco madre-figlio va contro i bisogni di entrambi.

Il modo più semplice e immediato di favorire lo sviluppo del rapporto primario è quello di dare il bambino alla donna già in sala parto, ancora prima di lavarlo.

Appena lavato bisognerebbe iniziare l’allattamento al seno che rappresenta un modo semplice e sicuro per far acquistare sia alla madre che al neonato vicinanza psico-fisica. Inoltre il bambino è in grado di succhiare appena nato e il colostro, il primo latte, è altamente nutritivo e digeribile e la suzione precoce avvia favorevolmente l’allattamento. Il neonato impara rapidamente a riconoscere la voce, l’odore ed il viso della madre (imprinting primario), mentre la mamma stabilisce una specie di bio-feedback dei modi di comportamento che consentono un continuo rapporto con il neonato: ciò è di reciproca soddisfazione. Inoltre i bambini tenuti vicino alla madre piangono meno e acquisiscono più rapidamente il ritmo sonno-veglia.

L’effetto vantaggioso del contatto precoce madre/bambino si prolunga nel tempo; infatti i rapporti affettivi risultano migliori; le madri che non sono state separate dal proprio piccolo parlano più a lungo con il bambino, e questo sorride più spesso e dorme di più.

Il periodo critico è rappresentato dalle prime 12 ore dopo il parto.

Un contatto anche di soli 15-20 minuti in questo periodo è sufficiente a stabilire relazioni emotive adeguate fra madre e figlio.  Le madri che hanno maggiori difficoltà a stabilire un rapporto affettivo con il proprio bambino sono di solito quelle che nella loro infanzia hanno avuto carenze affettive. Il bambino da parte sua è capace di distinguere il volto umano dalle altre immagini, imita i movimenti, riconosce la voce umana; inoltre è in grado di mettersi in comunicazione , sopratutto attraverso il pianto, con il quale esprime bisogni, sentimenti e sensazioni di dolore.

Il neonato reagisce fin dai primi momenti con l’ambiente – madre – e il suo agire, sentire, pensare, dipendono dal suo “essere con la mamma”, dalla qualità e dalla quantità di scambi e di contatti con la mamma. Il rapporto primario tra mamma e bambino è importante quanto il respirare, tanto che se viene disturbata questa armonia, possono comparire dei sintomi che possono diventare conclamati nella vita successiva. La gravità della sintomatologia successiva dipende dal fatto che ogni individuo di fronte ad una situazione mette in atto un modo del tutto personale di reagire che dipende da fattori specifici come la costituzione ereditaria e dalle esperienze infantili; l’insieme di questi fattori  costituisce l’unità somato-psichica di un soggetto, ossia la personalità di un individuo.