Isoimmunizzazione materno-fetale

Durante la nascita le cellule del sangue del feto possono fluire nel sangue materno.

Tali cellule possono essere riconosciute come estranee se appartengono ad un gruppo sanguigno non compatibile con quello della madre e ciò comporta un processo di rigetto naturale con la formazione di anticorpi.

Il processo, conosciuto come isoimmunizzazione materno-fetale, si verifica normalmente dopo il parto, ma può comparire anche nella gravidanza.

L’incidenza è di circa il 2% e la mortalità è elevata se non viene trattato.

In che cosa consiste l’operazione

Quando i livelli di anticorpi nel sangue della madre sono troppo elevati, si procede ad effetturare una amniocentesi per misurare la quantità di bilirubina fetale e verificare la distribuzione dei globuli rossi.

In altri casi si preleva direttamente il sangue dal cordone ombelicale per conoscere il livello di anemia del bambino (cordocentesi).

Se l’anemia è forte, si ricorre alla trasfusione intrauterina: con gli ultrasuoni si dirige un ago verso il cordone ombelicale e si inietta sangue direttamente al feto. Ciò si ripete ogni 2 o 3 settimane fino alla 35esima settimana di gravidanza. Il tasso di sopravvivenza del bebè dopo una trasfusione è superiore all’80%.