Interviste a Siti Amici

Mamma Imperfetta

SilviaSacchettiE’ una mamma imperfetta e si chiama Silvia (vale anche la proprietà transitiva). Sguazza nel Reggio Approach, ha un marito bravissimo e due bambini che forse potrebbero diventare tre 🙂
Ci tratteniamo dal far quattro chiacchiere con lei? Certo che no! 🙂

Ciao Silvia, lavoratrice indaffarata e mamma felicemente imperfetta: i vostri bimbi hanno ormai 6 e 4 anni giusto? Sognavi da sempre di avere due figli?
Da figlia unica che ha un po’ sofferto del suo status, sognavo di averne cinque. Poi ho avuto il primo e ho ridotto la “formazione” a tre. Infine è arrivato Niccolò e, diciamo, sono in bilico tra lo stop e il go. 🙂

Ci racconti la tua giornata tipo?
Mi alzo tra le 6.40 e le 7.30. Mio marito si occupa per intero dei bimbi la mattina, li lava, li veste, prepara la colazione e li porta a scuola. Io entro al lavoro tra le 8 e le 9 e ci resto fino alle 14, alle 15…alle 17, dipende dalle urgenze.
Solitamente cerco di liberarmi per le 16, in modo da riuscire ad andarli a prendere a scuola. Da qui comincia il nostro pomeriggio che si spalma tra giochi all’aperto, piscine, corsi di lingua, visite agli amici, compleanni e tutta la “vita sociale” che ruota attorno a due bimbi di questa età.
Cena sul presto e nanna entro le 21.30.
Da quell’ora, inizia la mia vita lavorativa ed extra-lavorativa: blog, collaborazioni varie, libri, studio, aggiornamento. Dormo pochissimo.
Non disdegno, una volta a settimana (quando va bene), un pomeriggio con qualche amica o un aperitivo+cena. Sono una mamma che ha bisogno di qualche momento per sé e di chiacchiere adulte.

Che tipo di soddisfazioni ti dà il tuo blog?
La soddisfazione più “rotonda” è quella del sostegno alla maternità. Passano tantissime mamme (e papà) da me, mi scrivono, chiedono consiglio, si raccontano, si confrontano e, a volte, diventano amiche.
L’aggregazione positiva che nasce tra le mamme attorno alle pagine del mio blog è davvero il lato più appagante dell’impegno e della cura che riverso in questa mia presenza sul Web.

Cosa ti chiede più spesso chi passa tra le tue pagine?
Il mio è un blog sui generis, composto da due facce: quella del racconto personale tipica dei blog e quella dell’informazione e del sostegno tra madri.
Ho dedicato una sezione del blog alle lettere di mamme, papà e nonni che hanno qualcosa da condividere. Non c’è un trait d’union tra le mail che ricevo, sappiamo bene, d’altronde, che la maternità ha una forma prismatica. Le domande, le richieste di confronto e i racconti più frequenti vertono paradossalmente su scelte personalissime come il rapporto di coppia, la decisione di diventare madri, l’aborto, la difficoltà ad accettare quello che accade, la depressione post partum, la fatica e la gioia dell’essere madri, il dolore di una maternità diversa e tante altre tematiche che sfiorano o attaccano la faccia complessa e ricca del maternage.

Qual è stato il periodo più difficile, ad oggi, nella crescita dei vostri figli?
Niccolò ha sofferto di reflusso severo. Ha avuto un atterraggio chiassoso e impegnativo.
Certamente la fase più dura è stata quando lui era un neonato piangente, sfibrante e Matteo aveva appena 25 mesi. Sul mio blog si trovano tanti post che raccontano di questo periodo, proprio perché è stato altamente impegnativo e faticoso oltremisura.

Il gioco più utile che hai regalato ai tuoi figli. Quello che assolutamente non ti sei pentita di comprare perché… l’hanno usato davvero tanto!
Senza dubbio, anche se non proprio di “gioco” si tratta, la bicicletta. Non devo spiegare il perché l’abbiano usata e la stiano usando allo sfinimento. Cosa c’è di più bello della libertà che regala una pedalata?

Se dovessi aspettare un terzo figlio… l’errore che non ricommetteresti più sarebbe…
Rifarei tutto quello che ho fatto, errori compresi. Non per il luogo comune (che non condivido) sull’errore che insegna, non credo che servano più di tanto ma, piuttosto, perché li ho fatti tutti con amore. Ecco si, forse, ora riuscirei a gestire meglio i miei sensi di colpa, ad arginarli, a trascenderli. Sono cresciuta insieme alle mie lettrici e ho imparato negli anni a perdonare le mie imperfezioni.

Che rapporti hai con i suoceri? Vi danno una mano?
Un rapporto molto bello e solido. Sono piuttosto giovani, lei lavora ancora e lui ha appena smesso. Sono due persone disponibili, con caratteristiche assolutamente differenti che ben si compenetrano. Ci danno una grossa mano, non tanto nella quotidianità che ci gestiamo noi, ma nelle emergenze e nella sicurezza così preziosa di un “porto” a cui poter attraccare sempre.

Tuo marito è un compagno presente?
Decisamente si.
E’ un padre che si occupa di loro, fin dalla nascita. Lavoriamo in due e ci occupiamo in due dei figli.
Non sono stata fortunata, l’ho scelto anche per quello. Non avrei mai potuto condividere la mia vita con una persona assente, non tanto fisicamente, quanto come preoccupazione, cura e progetto educativo.

Cosa ne pensa del tuo blog? Ne scriverebbe mai uno tutto suo?
Lo legge, lo commenta e condivide orgoglioso (mah, chissà…!) i miei piccoli step digitali.
No, non ne scriverebbe mai uno tutto suo. Nonostante non ci si possa mai conoscere a fondo, di questo sono piuttosto certa.

Se fossi il sindaco della tua città, quali provvedimenti immediati prenderesti per migliorare gli spazi e le infrastrutture dedicate alle famiglie/bambini?
Io sono fortunata perché vivo a Reggio Emilia, la città dell’infanzia, delle materne di stampo malaguzziano dove nasce, appunto, il Reggio Approach.
E’ una piccola città vivibile, verde e con un’amministrazione piuttosto attenta ai bisogni delle famiglie.
Certo, c’è sempre un margine di miglioramento.

Un sostegno alle aziende family friendly, qualche sperimentazione di nido comunale-aziendale, un servizio che raccolga la domanda/offerta di baby-sitter con provata esperienza, una banca del tempo prettamente ad uso famigliare, mi fermo ma potrei continuare.

Vorrei vivere nel “paese delle meraviglie” per quanto riguarda la conciliazione, che è la vera sfida dei genitori di oggi.
Il nostro paese necessita della partecipazione delle risorse femminili alla vita lavorativa, sociale, economica per una questione certamente di civiltà ma anche perché la crescita del sistema economico e sociale si nutre della diversità di tutto il capitale umano. Ma se vogliamo rendere concreta la partecipazione delle donne al mercato del lavoro non possiamo prescindere dalla necessità di operare interventi profondi e integrati che nei fatti arrechino sollievo alla vita quotidiana delle donne italiane e quindi delle famiglie.

In compagnia, sei una di quelle mamme che parla per ore e ore solo dei figli?
A meno che non mi si chieda di loro, cerco di evitare. O meglio, diciamo che regalo piccoli spaccati di vita a chi sono certa li sappia raccogliere e ricomporre con affetto.

Fai l’indovino: adesso come adesso, i tuoi figli, da grandi, hanno tutte le qualità per diventare:
Matteo, timido, emotivo, introverso, sensibile, riflessivo, forse, come la mamma studierà filosofia e poi…chissà.
Niccolò, aperto, estroverso, socievole…forse, come il nonno, studierà medicina ma sceglierà la strada della clown therapy. Sarebbe perfetto (e prezioso). 🙂

Un libro che ci consiglieresti di leggere? (a tema bambini/genitori)
Ho divorato migliaia di pagine, la lettura è una mia passione, potrei star qui per ore.
Difficile scegliere.
Il linguaggio segreto dei neonati (accogliente), Una vita da digerire (umano), La solitudine delle madri (vero), Il papà incinto (interessante), Generazione mamme (illuminate), Per una nascita senza violenza (fondamentale), Agpar 12 (amorevole), Una madre lo sa (rassicurante), Venire al mondo e dare alla luce (sapiente), Genitori di giorno e di notte (immancabile), La scientificazione dell’amore (convincente).
Mi fermo? 🙂

La vacanza più bella che avete trascorso tutti insieme? Ci consigli anche una struttura dove andare magari d’estate o d’inverno?
Le ferie sono così preziose che diventano comunque uniche.
Una struttura che io ho molto amato è l’Hotel Bologna di Senigallia e, per l’inverno, l’Hotel Sonnwies di Luson, in Alto Adige, due Family Hotel, in cui ci si riesce, incredibile ma vero, anche a rilassare un pochino.

E’ vero che spesso la notte ti svegli e senti Matteo e Nicolò che cantano un motivetto che finisce con: “… sì, sì, sììììì siamo proprio due bravibimbi.it!”

Si certo. Anzi no.
Diciamo che però lo sogno. 😀