Matteo nel suo linguaggio alieno da bambino di due mesi – Sissignore, oggi compie due mesi il mio ometto!!! – ha una loquacità a dir poco estenuante: prevedo che quando inizierà davvero a parlare sarà un chiacchierone al limite della logorrea 😀
Ovvio che per loquacità intendo versetti, mugolii, pianti poco convincenti da attoruncolo di teatro di terzordine e pianti disperati da panico, che chi non lo conosce e lo sente piangere in quel modo dice “poveretto, sarà in preda alle coliche!”. A volte ci esasperiamo se piange in quel modo, perché noi grandi siamo così stupidi che non lo capiamo! Solo che dopo un po’ se il nostro attore – stavolta da premio oscar – ottiene ciò che vuole – il più delle volte le coccole di mamma – alle performance di disperati piagnistei si sostituiscono dei sorrisini soddisfatti da furbastro che incatenano le povere vittime – mamma e papà, per intenderci – a una sconsolata risata. Così piccolo e già così scaltro?! Oddio, i suoi sorrisi così belli ci hanno trasformati tutti in giullari deficienti che provano in tutti i modi di farlo ridere ancora!
In questi giorni il mio re litiga col tanto antipatico Signor Reflusso, uno dei tanti nemici dei bambini della sua età, che costringe la mamma a tenerselo dritto in braccio per mezz’ora almeno dopo i pasti sempre più frammentati che fa. Quando mangia è sempre nervoso, perché tra l’aria che ingurgita con la sua suzione vorace e l’acido che risale dallo stomaco per quel cardias ancora immaturo, siamo costretti a interrompere le poppate, aspettare il ruttino, ritornare a poppare, magari piangere e dimenarci un po’… e in tutto questo trambusto le giornate trascorrono così veloci che alle due del pomeriggio capita che la mamma sia ancora in vestaglia e tutta spettinata 🙁
In questo momento, dopo una giornata di grevianza ( parola siciliana di origine inglese che usiamo per le crisi isteriche gli attacchi di pianto e i capricci dei bambini ) osserva attento, il mio re, con quegli occhioni enormi spalancati curiosi sul mondo. Quegli occhioni bellissimi di quel colore indefinito che fissano tutto ciò che di nuovo e interessante gli capita davanti: il lampadario del salotto, la giostrina sul letto, i visi di mamma e papà mentre masticano a tavola davanti alla loro cena, le righe della coperta del lettone di mamma e papà, i pesciolini sul muro della sua cameretta, dove ogni tanto mamma lo porta a giocare e a scoprire per la prima volta il mondo e anche lei insieme a lui impara a guardare tutte le cose per la prima volta…