Le raccomandazioni prevedono che la dimissione avvenga da 1 a 5 giorni dopo un parto spontaneo, se la mamma e il bambino stanno bene. In caso di cesareo, il ricovero dovrebbe allungarsi a 5-7 giorni.
Pubblichiamo questo post nella sezione “In Gravidanza” in modo che la futura mamma possa farsi un’idea prima del grande giorno.
Nella maggior parte dei casi, la dimissione può essere anticipata, specie se il recupero è rapido: l’importante è che un medico effettui una visita ginecologica per verificare che l’utero sia in via di normale involuzione (cioè, ritorno alle condizioni originarie), che non si siano verificate eccessive perdite di sangue e che la ferita dell’eventuale episiotomia o del cesareo abbia un aspetto normale.
In alcuni ospedali si sta sperimentando una dimissione precoce, che prevede il ritorno a casa il giorno dopo il parto e che un’ostetrica del consultorio familiare sia incaricata del controllo extraospedaliero nei giorni successivi.
Così la mamma si ritrova nel suo ambiente e, nel contempo, non è abbandonata a se stessa.
Se però sai già di essere un tipo ansioso… forse è meglio escludere questa soluzione. E’ vero che gli ospedali e le sale parto sono degli areoporti con gente che va e che viene ma… probabilmente ti sentirai più supportata e, quindi, più serena.
Normalmente non si effettuano dimissioni precoci se si sono verificate complicanze (durante e doo il parto) che richiedano un trattamento medico o un’osservazione: ad esempio, perdite di sangue abbondanti o una temperatura elevata. E ancora, no a dimissioni precoci a chi ha dolori intensi, a chi non ha ancora recuperato postura e movimenti corretti o non ha ancora ripreso la normalità della vescica.
Va da sè che anche il neonato, se ha qualche forma di ittero con caratteristiche patologiche, se non ha un adattamento cardiocicolatorio normale o non ha una capacità di suzione che permetto un avvio efficace dell’allattamento al seno… non andrebbe dimesso.