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In Gravidanza

Le sensazioni del bambino nel ventre materno

Per molto tempo si è pensato che il feto protetto dal ventre materno, immerso nell’oscurità e nel silenzio, non potesse provare alcuna sensazione fino al giorno della sua nascita.

Solo intorno agli anni ’60, si inizia ad approfondire la conoscenza del nascituro e del neonato: questo grazie ai progressi della tecnologia medico-diagnostica che ci ha messo a disposizione strumenti non invasivi ma precisi come l’ecografia per misurare i movimenti, i battiti cardiaci, o avvertire lo stato di calma o di agitazione del feto. Minuscoli microfoni ci permettono di registrare l’intensità dei rumori che lo raggiungono e capire come percepisce i suoni.

Tutto questo ha evidenziato che, non solo il feto sente numerose sensazioni prodotte da stimoli esterni, ma che queste sono tanto essenziali al suo stesso sviluppo come dall’altra parte lo è il suo patrimonio genetico.

Ma allora cosa sente il feto nella pancia della sua mamma?

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Tatto ed equilibrio

Nel feto per primi si sviluppano il senso del tatto ed il “sistema vestibolare” che presiede l’equilibrio. Le donne incinte sanno che, generalmente, quando si muovono, camminano o si agitano il loro bambino resta calmo e che invece esso comincia a muoversi quando stanno ferme: questo perché esiste una specie di inibizione dei riflessi vestibolari del bambino che altrimenti reagirebbe ad ogni movimento della madre.

Solo quando il movimento intorno a lui cessa, e cioè quando la mamma si riposa specialmente sdraiata egli può compiere le sue esplorazioni nell’utero con mani e piedi e fare le sue prime e esperienze tattili.

Questo ci fa capire quanto sia importate che una donna in gravidanza riesca ad alternare i momenti di attività con quelli di riposo così da permettere al suo bambino di riposarsi ma anche di svilupparsi armoniosamente attraverso l’attività muscolare così importante per la sua crescita normale.

Anche i recettori tattili e dolorifici sono presenti molto precocemente, fin dalla 7^ settimana di gestazione nell’area della bocca, dall’11^ nel viso e dalla 26^ su tutto il corpo: con lievi tocchi delle labbra o delle narici il nascituro piega la testa o il corpo.

L’apparire di questa funzione così velocemente nello sviluppo fetale ci spiega quanto importante sia il contatto tattile tra mamma e bambino, nelle prime ore dopo la nascita.

Su questi risultati in alcuni corsi di educazione prenatale e di preparazione al parto si promuove la relazione precoce tra futuri genitori e nascituro per mezzo di tecniche miranti a favorire la comunicazione psico-tattile prenatale, inoltre, in molti reparti di maternità è stata introdotta la pratica del rooming-in.

Udito

Nel primo periodo di gestazione, il feto ha delle percezioni vibro-tattili su tutto il suo corpicino attraverso la propagazione nel liquido amniotico delle onde sonore; al termine del sesto mese di gravidanza l’apparato uditivo è completamente sviluppato.

Molti studi hanno dimostrato che il feto reagisce a stimoli sonori esterni tra la 26^e la 28^settimana di gestazione.

Suoni rilassati fatti sentire alla madre in momenti di calma producono un rilassamento del feto che cessa di muoversi, regolarizza il battito cardiaco ed in alcuni casi si addormenta.

Un rumore forte ed improvviso, invece, produce in un nascituro di 26 settimane di gestazione una accelerazione del battito cardiaco ed un sussulto, in alcune ecografie si è notato che il nascituro aveva espressioni di sorpresa all’ascolto improvviso di suoni.

Bisogna tener presente che il nascituro oltre ad essere bombardato di stimolazioni uditive di fondo come il battito cardiaco, il pulsare del sangue arterioso, il gorgoglio intestinale della mamma, sente e riconosce stimoli provenienti dall’esterno per prima la voce della mamma e successivamente quella del papà.

Anche se non è in grado di capire le singole parole che mamma e papà dicono egli percepisce il timbro di voce, l’intensità e la durata, e cioè quelle cose che ci fanno capire se chi ci parla è arrabbiato o felice, stupito o spaventato, in poche parole non è il cosa mamma e papà dicono che è importante ma il come pronunciano quelle determinate parole, il nascituro capisce il senso profondo di quello che diciamo, i nostri sentimenti.

Olfatto e gusto

Da recenti studi sembra che la capacità di sentire gli odori sia molto più sviluppato all’inizio della vita che durante il suo sviluppo, i bambini appena nati riescono a riconoscere l’odore del latte della loro mamma dal latte di un’altra donna! Già nel 6° mese di gestazione il sistema olfattivo è completamente sviluppato.

Anche il gusto si sviluppa precocemente nel nascituro già a 3 mesi di gestazione si possono individuare i recettori gustativi nella lingua che permettono di distinguere i quattro sapori fondamentali; il dolce, il salato, l’amaro e l’acido-aspro.

Il gusto e l’olfatto non dipendono direttamente dal fatto che si mangi o si respiri, ma sono determinati da meccanismi chimici che possono funzionare anche all’interno del ventre materno attraverso recettori sensibili a determinate molecole liquide o gassose che si sviluppano molto presto nel corso della gestazione.

Vista

L’esperienza visiva prima della nascita resta estremamente limitata, raramente viene messa in funzione dato che in pancia il nascituro non stabilisce dei punti di riferimento visivi.

In alcuni casi luci molto forti possono in parte attraversare la parete addominale e trasformare, per un momento, l’oscurità in una dolce penombra ed il nascituro al 5° mese di gestazione apre le palpebre quando gli arriva un po’ di luce.

Come abbiamo capito dopo il 4°/5° mese di gravidanza, il nascituro sente, tocca, si muove, risponde in modo creativo, esplora, partecipa alle esperienze emotive della propria madre, reagisce a stimolazioni, quindi è protagonista attivo della propria vita, in continuo contatto con l’ambiente che lo circonda.

Il periodo che va dal concepimento alla nascita si sta dimostrando sempre di più come un periodo determinante per lo sviluppo fisico e psichico di ogni bambino: con implicazioni profonde anche dopo la nascita.

Per questo non è possibile continuare a sottovalutare il valore fondamentale dei nove mesi di gestazione.

In molti corsi di preparazione al parto e di educazione prenatale si lavora per far conoscere alle coppie di futuri genitori la vita del bambino prima della nascita e i suoi rapporti con il mondo esterno, per far loro prendere coscienza della sua realtà e potersi adeguatamente relazionare con lui.