Tuo figlio imparerà un po’ alla volta le parole per descrivere ciò che vede, sente, prova e pensa mentre fa progressi mentali, emotivi e comportamentali. Oggi sappiamo che molto prima che un bambino pronunci la sua prima parola, impara le regole del linguaggio e di come gli adulti lo usano per comunicare.
Quando comincerà a parlare?
I bambini imparano a parlare nei primi due anni di vita. Inizierà ad usare la lingua, le labbra, il palato ed ogni nuovo dentino per emettere suoni (ooh e ahh nei primi due mesi; inizierà a farfugliare poco dopo). Ben presto questi suoni diventeranno vere e proprie parole (“mamma” e “papà” potrebberò venir fuori e commuoverti intorno ai quattro o cinque mesi). Da quel momento imparerà molte altre nuove parole da te, dal tuo compagno e da chiunque gli stia intorno. E fra uno e due anni comincerà a formulare delle frasi di due o tre parole.
Come?
Il pianto al momento della nascita è il suo ingresso nel mondo del linguaggio. In quel modo esprime lo shock di essere fuori dei confini del grembo, in un posto nuovo e poco familiare. Da quel momento, assorbe suoni, toni e parole che daranno poi la forma al suo modo di parlare.
Parlare è inevitabilmente legato a sentire. Ascoltando gli altri parlare, imparerà il suono delle parole e la struttura delle frasi. Secondo molti ricercatori, la comprensione del linguaggio inizia già all’interno della pancia della mamma. Proprio come si abitua al costante battito del tuo cuore, farà l’orecchio anche al suono della tua voce. Pochi giorni dopo il parto è in grado di riconoscere la tua voce fra le altre.
Da uno a tre mesi
La sua prima forma di comunicazione è il pianto. Un pianto acuto potrebbe significare che ha fame, mentre un piagnucolio potrebbe voler dire che devi cambiargli il pannolino. Crescendo svilupperà un vasto repertorio di gorgoglii, sospiri e versi vari, diventando una piccola fabbrica di nuovi suoni. Secondo i linguisti, dal punto di vista della comprensione del linguaggio, già a quattro settimane i bambini sono in grado di distinguere sillabe simili fra loro, quali “ma” e “na.”
Quattro mesi
In questa fase inizierà a barbugliare, combinando vocali e consonanti (eg. “baba” o “yaya”). I primi “mama” o “papa” potrebbero uscire di tanto in tanto, e per quanto possano toccarti il cuore, sappi che tuo figlio in realtà non collega a voi quelle parole. Questa fase avverrà più tardi, quando avrà circa un anno.
I suoi tentativi di parlare sembreranno dei monologhi, come flussi di coscienza in un’altra lingua, parole infinite messe insieme. La vocalizzazione è un gioco da sperimentare usando la lingua, i denti, il palato e le corde vocali per emettere dei suoni divertenti. In questa fase, il barbugliare è praticamente uguale, qualunque lingua si parli in casa vostra. Noterai che preferisce alcuni suoni piuttosto che altri (“ka” o “da,” per esempio), ripetendoli spesso perché gli piace come suonano e come gli riempiono la bocca quando li pronuncia.
Dai sei ai nove mesi
Quando barbuglia e vocalizza ora lo fa quasi con un po’ di senso. Questo perché usa toni e strutture simili a quelle che usi tu. Incoraggialo leggendo spesso per lui.
Dai 12 ai 17 mesi
Ora utilizza qualche parola e ne conosce il significato. Fa anche esercizio con l’inflessione, alzando il tono quando fa una domanda, dicendo “Su?” quando vuole essere preso in braccio, per esempio. Sta comprendendo quanto sia importante parlare ed essere in grado di comunicare i propri bisogni.
Dai 18 ai 24 mesi
Il suo vocabolario comprende circa 200 parole, molte delle quali sono nomi. Fra i 18 e i 20 mesi, i bambini imparano circa 10 o più parole al giorno. Alcuni imparano una parola nuova ogni 90 minuti, quindi stai attenta al linguaggio che usi. Inizierà a mettere le parole insieme, creando delle piccole frasi quali “In braccio”. Verso i due anni, userà frasi di tre parole e canterà dei semplici motivetti. In questa fase, inoltre, matura anche la coscienza di sé, quindi inizierà a parlare di sé stesso – cosa gli piace e cosa non gli piace, cosa pensa e cosa prova. I pronomi potrebbero confonderlo, e scoprirai che tende ad evitarli, magari dicendo “Bimbo gioca” anziché “Io gioco”.
Dai 25 ai 36 mesi
Per un po’ farà fatica a trovare il volume giusto quando parla, ma imparerà presto. Comincerà a capire meglio i pronomi quali io, me, tu. Fra i due e i tre anni, il suo vocabolario arriverà a circa 300 parole. Metterà insieme nomi e verbi per formare frasi complete se pur semplici come ad esempio “Adesso io vado”.
Verso i tre anni, il suo linguaggio sarà molto più sofisticato. Sarà in grado di sostenere una conversazione, aggiustare il tono, seguire delle strutture e cambiare il proprio vocabolario a seconda della persona con cui parla. Per esempio, userà parole più semplici se parla con un altro bambino, ma più complesse parlando con te. A questa età è quasi del tutto comprensibile quando parla. Dirà il proprio nome e la propria età in modo chiaro, e risponderà immediatamente se interrogato.
E poi?
Crescendo diventerà un chiacchierone. Ricorderai a malapena il tempo in cui faceva fatica a parlare, e ti divertirai a sentire cos’ha fatto all’asilo, cos’ha mangiato il suo amico a pranzo, cosa pensa della matrigna cattiva di Cenerentola e qualsiasi cosa occupi la sua mente. Inizierà ad affrontare anche la più complessa arte della scrittura.
Il tuo ruolo
E’ molto semplice: parla con lui. Le ricerche dimostrano che i bambini che hanno avuto dei genitori che parlavano molto con loro quando erano piccoli hanno dei QI molto più elevati degli altri, e il loro vocabolario è decisamente più ricco. Puoi cominciare quando sei ancora incinta, così si abituerà al suono della tua voce. Leggi un libro a voce alta o canta per lui quando fai la doccia. Dopo il parto, parlagli mentre gli cambi il pannolino, lo allatti o gli fai il bagnetto, e dagli il tempo di rispondere con un sorriso o un contatto visivo. Intorno ai cinque mesi, potresti notare che fissa attentamente la tua bocca. Continua a parlare, presto comincerà a risponderti.
Parla come i bambini, ma usa anche delle frasi vere. Imparerà a parlare correttamente solo se gli insegni a farlo. Non devi evitare di utilizzare parole complicate. Forse dovrai semplificare il modo in cui parli perché capisca cosa intendi, ma il modo migliore per arricchire il suo vocabolario è quello di usare sempre parole nuove. Lo stesso vale per quando va all’asilo, fase in cui le sue abilità nel parlare crescono velocemente se le stimoli in continuazione favorendo la conversazione.
Leggere è un bel modo per aiutarlo a sviluppare l’uso del linguaggio. Quando è piccolo piccolo gli piace il suono della tua voce, quando è un po’ più grande gli piace sentire delle storie e quando andrà all’asilo ti interromperà per dirti cosa succede nel libro.
Quando preoccuparsi
I bambini con problemi di udito smettono di barbugliare intorno ai sei mesi. Se tuo figlio non emette alcun suono (e non tenta nemmeno) o non cerca il contatto visivo con te, parlane con il pediatra. Alcuni bambini iniziano a formulare le prime parole a nove mesi, ma molti aspettano fino ai 13 – 14 mesi. Se a 15 mesi non ha ancora detto una parola o ancora non capisci nulla di quello che dice, parlane con il medico.
Se a tre anni continua a mangiarsi alcuni suoni o sostituisce le sillabe, potrebbe avere dei problemi di linguaggio o di udito. Parlane con il medico e chiedi che gli facciano un controllo.
Tutti i bambini balbettano di tanto in tanto. A volte sono così eccitati per qualcosa che devono dirti che non riescono a far uscire le parole in modo corretto. Permettigli di terminare la frase, e evita di intrometterti per aiutarlo. Lo farebbe sentire sconfitto e non favorirà il suo apprendimento.
Tuttavia, una balbuzie persistente dovrebbe essere controllata da un logopedista. Di solito un bambino migliora notevolmente se controllato entro i sei e i 12 mesi da quando hai notato la balbuzie, indipendentemente dalla sua età. Potresti chiedere un controllo del medico, ma molti logopedisti accettano anche di vedere tuo figlio sulla base di quello che hai notato tu e che ti ha fatto preoccupare.