parto in acqua
In Gravidanza

Il parto in acqua

Da alcuni anni è possibile effettuare il parto in acqua e sono numerose le strutture dotate delle apposite vasche. Nella maggior parte degli ospedali però, l’immersione in acqua è consentita solo durante la fase di travaglio, perché per il parto occorre del personale con una preparazione specifica. Occorre quindi informarsi per tempo presso la struttura nella quale si intende di partorire.

I vantaggi del parto e del travaglio in acqua sono molteplici.

L’acqua ha il grande potere di alleggerire il peso del corpo, permettendo così alla donna di muoversi con maggiore facilità per scegliere la posizione che preferisce.

L’immersione nel liquido tiepido produce effetti benefici anche sul dolore, perché favorisce e aumenta la produzione di endorfine, sostanze naturali che hanno un potere analgesico.

L’acqua rilassa la muscolatura: le tensioni del corpo si sciolgono, la dilatazione dell’utero viene favorita e i tempi del travaglio si accorciano (secondo le statistiche i parti in acqua durano circa 30-40 minuti meno degli altri). Grazie a questi effetti naturali, sono pochissime le mamme che chiedono un antidolorifico per sopportare meglio le contrazioni.

Un altro vantaggio rilevante è la riduzione delle epi siotomie: il taglietto quindi che si pratica tra la vagina e l’ano per evitare la lacerazione dei tessuti durante il parto è meno necessario perché l’acqua calda favorisce una maggiore irrorazione sanguigna dei genitali e per questo motivo le lacerazioni sono rare anche per chi è al primo parto.

La temperatura dell’acqua è intorno ai 37 gradi e rimane costante per tutta la durata del travaglio o del parto. L’immersione deve avvenire nella fase di travaglio attivo, cioè quando la dilatazione è di 3-4 centimetri. La donna ovviamente è libera di uscire e rientrare dalla vasca in qualsiasi momento, alternandosi sulla sedia o sul lettino.

Al momento della nascita il bambino è aiutato dall’ostetrica a risalire in superficie e viene subito appoggiato sul seno della mamma.
Il neonato, in questo modo, risente meno del trauma del parto, in quanto il liquido caldo ricorda l’ambienta familiare intrauterino, e attenua luci, colori e rumori.
L’ambientamento sarà più rallentato e dolce rispetto alla nascita in sala parto ed è per questo che, di solito, i piccoli che vengono alla luce in acqua non piangono subito.

CONDIZIONI PER POTER FARE IL PARTO IN ACQUA

  • La gravidanza si è svolta in modo fisiologico ed è giunta a termine
  • Il feto è in posizione cefalica
  • Il travaglio e fisiologico, senza complicanze, e in fase attiva
  • La mamma non ha febbre, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca sono nella norma
  • Non sono in corso delle infezioni
  • Non c’è sproporzione feto-pelvica, cioè il bambino non è particolarmente “grosso”

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