parto naturale
In Gravidanza

Il parto naturale

Per parto naturale si intende un parto normale, che ha seguito il suo corso fisiologico dall’inizio alla fine, che non ha subito dunque interferenze, interventi medici nè interventi ostetrici, come l’episiotomia, spesso eseguiti di routine.

Non è corretto definire parto “naturale” semplicemente una nascita che avviene per via vaginale, senza particolari complicazioni. Usualmente, se il bambino non nasce con un cesareo, si dice che la mamma ha avuto un parto naturale: non è esatto. Se si parla di parto naturale, dovrebbe avere determinate caratteristiche.

“Prima di tutto bisogna proteggere la fisiologia, permettere al travaglio di iniziare spontaneamente ed evitare il più possibile accelerazioni con l’infusione di ossitocina o la rottura artificiale delle membrane. Se si vuole permettere alla complessa “cascata” di ormoni del travaglio di svolgere il suo compito, la donna non va disturbata, la sua intimità va rispettata, deve poter ascoltare il suo istinto, essere libera di muoversi e di scegliere la sua posizione, insomma deve essere aiutata a dare il meglio di sè”, speiga la ginecologa Barbara Grandi che per prima in Italia, nell”84, aprì nel piccolo ospedale di Poggibonsi (Siena), una Stanza del Parto Naturale.

“Per far ciò, è fondamentale che siano le ostetriche ad assistere il travaglio e il parto: i ginecologi, essendo medici, sono più abituati a gestire la patologia e intervengono anche oltre il necessario”.

Il parto è, nella stragrande maggioranza dei casi, un evento fisiologico, cioè un fenomeno normale che il corpo della donna è in grado di affrontare con le proprie risorse, se accanto a lei c’è un’ostetrica che l’aiuta. “Il dolore, oggi demonizzato, fa parte dell’esperienza, può diventare tollerabile senza dover ricorrere all’epidurale, se ad esempio si permette alla donna di immergersi nell’acqua calda”, aggiunge la ginecologa.

“E non vi è alcuna ragione medica per impedirle la libera scelta della posizione per spingere, e per far venire alla luce il bimbo nel modo più consono alle sue preferenze. Inoltre è fondamentale che mamma e piccolo non vegano separati e che la loro relazione iniziale non venga disturbata”. Una serie di requisiti che non sempre sono garantiti nel loro complesso, anche in quei punti nascita che offrono un parto naturale. “Ma che”, suggerisce Barbara Grandi, “possono essere concordati ormai in gran parte delle maternità italiane”.

L'”evoluzione” del parto naturale è, in qualche modo, il parto attivo, dove si mette l’accento sul ruolo da protagonista della mamma. Si contrappone a un parto in cui la mamma “delega” tutto agli operatori.

Fonte: rivista mensile “Io e il mio bambino”