Una donna che abbia raggiunto la piena maturità affettiva che quindi sia perfettamente adattata alla sua condizione di donna, è in grado di vivere la gravidanza come un’esperienza felice che l’arricchisce e contribuisce a formarla compiutamente, accettando il suo “destino biologico”.
Vi sono però alcune tematiche molto comuni che si presentano e sono riscontrabili in tante gravidanze. Proviamo a ordinarle e scoprirle insieme.
LE PRIME FASI DELLA GRAVIDANZA
La gravidanza rappresenta per la donna un avvenimento di grande importanza, ed il modo in cui ella lo vive è influenzato da fattori psicologici, sociali ed economici.
Probabilmente non esiste la “gravidanza casuale”: anche la donna che esclude razionalmente di aver desiderato un figlio, aveva, a livello inconscio, un desiderio rimosso di maternità.
La gravidanza è un avvenimento in grado di aumentare l’intensità delle emozioni e quindi di stimolare il cervello emotivo della donna; le principali emozioni presenti nella gestante sono: paura, gioia, rabbia, amore.
Spesso si crede che la gestante abbia un atteggiamento capriccioso nei confronti della alimentazione. In realtà in gravidanza vi sono notevoli modificazioni della sensibilità gustativa: la soglia per il dolce aumenta del 35%, per l’amaro del 60%, per l’acido dell’89% e per il salato del 114%. Ne deriva una maggiore sensibilità per tutto ciò che viene assaporato , con repulsione di determinati cibi (specie la carne) ed una richiesta più frequente di cibi acidi e salati.
Nei primi mesi di gravidanza è frequente l’introversione e la svogliatezza. La gestante è pervasa da quella strana affettività che la lega a questo essere di cui non avverte la concreta presenza: questa esperienza ha tutti i connotati della fantasia e del sogno.
L’insonnia è assai frequente, specie quando si ha l’impressione di non poter più riposare nelle posizioni prima abituali; in realtà dormire a “pancia sotto” in questa fase della gravidanza non comporta rischi.
Minacce d’aborto: attenzione a non colpevolizzarsi senza motivo; si possono verificare per cause genetiche, legate alle caratteristiche dell’ovulo fecondato, indipendentemente dal tipo di attività svolta e dagli stati d’animo.
Nausee e vomito: anche se ci sono motivazioni di tipo ormonale, la componente psicologica di questi fenomeni è preponderante; a volte è sufficiente rassicurare la gestante circa i suoi timori e ridurre i suoi conflitti familiari, per migliorare sensibilmente la situazione.
Già nel secondo mese di gestazione il seno aumenta di volume e a volte il peso diminuisce per l’alimentazione irregolare. Cominciano le trasformazioni del proprio schema corporeo. Se ci sono situazioni preesistenti di disagio psicologico può farsi strada la depressione.
Nelle prime fasi della gravidanza è molto comune avere delle modificazioni della sfera psichica; quando queste alterazioni sono particolarmente accentuate e persistenti si arriva alla comparsa di quadri psiconevrotici, in cui prevalgono elementi depressivi, ansiosi e isterici che in genere esprimono un rifiuto della gravidanza; la causa principale che sottende a queste nevrosi gravidiche è un rapporto primario negativo con la propria madre, stabilitosi durante i primi mesi di vita.
SECONDO TRIMESTRE DI GESTAZIONE
Nella gestante incline al comportamento ansioso le immagini relative al nascituro possono assumere l’aspetto dell’incubo, con la terrificante paura di malformazioni e deformità. Non c’è nulla di patologico in tutto ciò: dipende solo dalla propensione caratteriale della gestante.
In questa fase della gravidanza la gestante ha mille ansie e mille dubbi, e vorrebbe avere tutte risposte certe. Necessita di rassicurazioni , ma il ginecologo non può darle certezze che spesso non ha. L’ostetricia non è una scienza esatta.
La gravidanza incide notevolmente sulla sfera emotiva e sul carattere della gestante. Il lavoro, casalingo o extradomestico, diviene meno gradito: a ciò contribuisce la facile stancabilità, sia fisica che intellettuale.
Durante questa fase della gravidanza si indeboliscono le possibilità di controllo sulle emozioni; molti meccanismi di difesa vengono meno, per cui affiorano problemi, pensieri e sentimenti, magari repressi, che possono compromettere l’equilibrio della gestante, fino a produrre una regressione affettiva.
Voglie: Le chiazze cutanee che a volte sono presenti sulla cute del neonato con carattere permanente, sono tradizionalmente associate a desideri alimentari della madre non soddisfatti durante la gravidanza. Che la gestante sia esposta a desideri improvvisi ed inconsueti, che i familiari cercheranno di assecondare in ogni modo, è sicuramente vero. Ma le chiazze cutanee del neonato sono sempre dovute a formazioni vascolari chiamate angiomi che nulla hanno a che fare con le voglie della futura mamma.
Man mano che la gravidanza procede si fanno maggiori le esigenze affettive; queste si possono presentare in varie forme, come la richiesta di un frutto estivo in una notte d’inverno; altro non è che la ricerca di una conferma di essere amata.
TERZO TRIMESTRE DI GESTAZIONE
Molto spesso prima del parto i desideri della gestante circa il sesso del nascituro oscillano fra un polo narcisista (vorrei che fosse come e meglio di me) ed un polo influenzato dall’amore per il partner (vorrei che fosse simile a lui).
Se la gestante è portata alle fantasie è frequente che si rifugi “nella gravidanza”, che diventa sede di desideri ed immagini fantastiche riguardanti il nascituro: la sua figura, il suo carattere, le sue doti, che spesso sono la proiezione di quelle che mancano o sono mancate alla madre.
La normalità del nascituro va accertata con tutti i mezzi diagnostici che si hanno a disposizione; ciò consente di ridare alla gestante, spaventata da mille incognite, il senso della realtà, ma non di eliminare tutte le sue ansie, che spesso hanno una connotazione irrazionale.
Un elemento dominante nella gravidanza è rappresentato dai timori e dalle ansie che la gestante continuamente alimenta e di cui circonda il proprio stato mentre il bambino non è ancora nato; sono preoccupazioni che vanno dai dubbi sulla normalità del feto alla paura del parto. Conforto e rassicurazioni risultano benefici su queste manifestazioni.
Quando poi il parto si avvicina, molte gestanti, a causa della scarsa stima di se stesse, ritengono di non essere “all’altezza” di affrontare con successo un travaglio e un parto vaginale, e propongono l’ipotesi di un taglio cesareo; se si riesce a rassicurarle e ridarle fiducia in se stesse riescono spesso a recuperare autostima e quindi ad affrontare travaglio e parto al di sopra di ogni più rosea aspettativa.