In Gravidanza

Tiroidite post-partum

tiroide postpartumLa tiroidite post-partum è un’infiammazione della tiroide che colpisce le donne che hanno appena partorito.

Che cosa la provoca?

La tiroide post-partum è provocata da un anticorpo antitiroideo (anti-tiroide perossidasi, anti-tiroglobulina) che attacca la tiroide provocando l’infiammazione.

E’ molto diffusa?

Negli Stati Uniti colpisce circa il 5-10% delle donne. La percentuale cresce in certi gruppi di popolazione a più alto rischio (vedi sotto).

Chi è a rischio per questo disturbo?

Qualunque donna con:

  • Disfunzioni autoimmuni (il Tipo 1, o il diabete giovanile Mellitus)
  • Anticorpi anti-tiroidei positivi (il rischio è legato al livello di questo anticorpo – più è alto più cresce il rischio).
  • Precedenti disfunzioni alla tiroide.
  • Precedenti tiroiditi post-partum (nel 20% dei casi la tiroidite si ripresenterà nelle successive gravidanze).
  • Anamnesi familiare con tiroidite post-partum.

Qual è il decorso clinico di questo disturbo?

Generalmente si presenta sotto forma di tirotossicosi seguita da ipotiroidismo. La fase tirotossica dura da 1 a 3 mesi ed è legata a sintomi quali ansia, insonnia, palpitazioni (rapido battito del cuore), stanchezza. Perdita di peso e irritabilità. La fase ipotiroidea si presenta dopo 1-3 mesi e potrebbe durare fino a 9-12 mesi. Fra i sintomi tipici: stanchezza, aumento del peso, stitichezza, pelle secca, depressione e scarsa resistenza all’attività fisica.

Nella maggior parte dei casi (l’80% circa) la tiroide tornerà alle sue funzioni normali nel giro di 12-18 mesi circa dai primi sintomi.

Come viene curata?

La fase tirotossica si può curare con dei beta bloccanti che riducano le palpitazioni e i tremori Con il migliorare dei sintomi, la cura va calando in quanto la face tirotossica è comunque passeggera. I medicinali anti-tiroidei non sono usati durante la fase tirotossica, in quanto in questa fase la tiroide non è iperattiva.

La fase ipotiroidea viene poi curata con la sostituzione dell’ormone tiroideo. Si consiglia vivamente di smetterne l’uso dopo 6-9 mesi, in quanto nel 60% dei casi si torna a delle funzioni normali, senza il bisogno di una terapia cronica.