Ti fa sorridere il fatto che Facebook possa fare del male ai bambini? Certamente non li prende a legnate ma può contribuire a creare in loro diversi problemi.
Il problema è stato sollevato da Lady Greenfield, docente al Lincoln College di Oxford e direttore dell’ organizzazione per la ricerca scientifica Royal Institution in Inghilterra.
"Se un giovane cervello come quello di un bambino, è esposto fin da subito a un mondo caratterizzato da azioni e reazioni veloci (tipo di chi naviga in Internet ed è abiutato ad azioni/reazioni immediate), di immagini improvvise che compaiono sullo schermo, ad esempio, con un semplice click, potrebbe abituarsi a ragionare sulla base di quei ritmi. Trasferito nel mondo reale, un tale comportamento potrebbe sfociare nel cosìdetto disordine da deficit di attenzione".
Abituandosi all’immediatezza dell’esperienza, a scapito dell’apprezzamento delle conseguenze di un’azione, l’enfasi è sull’emozione del momento, al di là del contenuto e di qualsiasi significato a lungo termine.
In un gioco al computer infatti si ha sempre la possibilità di cominciare di nuovo; tutto ciò che si fa è reversibile.
Quello a cui possono portare siti come Facebook, Twitter o simili, è un atteggiamento paragonabile al gioco d’azzardo o al mangiare compulsivo, tipico di alcune malattie legate all’alimentazione.
Domanda: ma noi genitori cosa dobbiamo pensare allora? Un giorno sì ed uno no escono articoli di giornale come questo che dicono a volte anche esattamente il contrario. Come quello dove si scriveva che i videogiochi, in una certa misura, fanno bene. Qui si dici il contrario e si tira in mezzo dell’altro. Che palle…