Capire che cosa sognano i neonati guardando le loro espressioni del volto è sicuramente difficile anche se possono trasparire sicuramente le emozioni fondamentali: gioia, tristezza, paura, stupore, collera e disgusto.
Il mondo onirico infantile diventa accessibile a partire dai 3 anni di età, quando i bambini sono in grado di raccontare i loro sogni.
David Foulkes, psicologo che ha lavorato nel laboratorio del sonno all’University of Wyoming e al Georgia Mental Health Institute di Atlanta, a partire dal 1982 ha condotto diversi studi su individui fino ai 15 anni, dimostrando che fino a 6 anni si sognano soprattutto animali. Le scene sono fantastiche e raramente li coinvolgono in prima persona. Le immagini sono quasi statiche, semplici, e tra le azioni più descritte ci sonon dormire e mangiare.
“Le scene si susseguono senza trama e i soggetti interagiscono senza essere i veri e propri protagonisti delle storie” scrive William Domhoff, psicologo all’University of California a Santa Cruz. “A questa età non ci sono differenze di genere: i sogni di bimbi e bimbe sono simili, si differenziano solo alla fine dell’adoloscenza”.
Crescendo, i bimbi diventano protagonisti dei loro sogni che si fanno meno surreali. Le ragazze hanno dialoghi divertenti con le amiche. I maschi sognano partite di calcio, gare sportive, battaglie.
Inge Strauch, docente di psicologia clinica all’Università di Zurigo, ha raccolto 550 sogni intervistando, a intervalli di 2 anni, 12 maschi e 12 femmine tra i 9 e i 15 anni. Confrontandoli con i sogni degli adulti ha scoperto che i giovani sognano meno sventure e disgrazie.
*Fonte: mensile “Focus”