Ernia ombelicale

Che cos’è l’ernia ombelicale

Si tratta di un piccolo rigonfiamento dell’addome, dovuto alla mancata chiusura dell’anello ombelicale, il punto dove – durante la vita prenatale – passava il cordone ombelicale. E’ un difetto di tipo estetico, che non mette a rischio il benessere del piccolo e, in genere, si risolve spontaneamente entro i primi tre anni di vita. Si interviene solo in rari casi, quando intorno ai tre anni il foro dell’anello ombelicale ha ancora un diamtro molto più grande del normale.

L’ernia ombelicale è difficile da individuare finchè l’ombelico non si è cicatrizzato completamente.

Come ci si accorge che il bambino ha un’ernia ombelicale?

Un’eventuale ernia ombelicale si evidenzia fin dalle prime settimane di vita e, più facilmente, verso il secondo mese di vita. Immediatamente dopo la nascita è, invece, difficile individuarla, perchè l’ombelico deve ancora ultimare il suo processo di cicatrizzazione e quindi è impossibile capire quale sarà il suo aspetto definitivo.

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In presenza di un’ernia, sull’ombelico si scorge nitidamente una protuberanza che tende ad aumentare di dimensione quando il piccolo piange, tossisce, spinge o viene messo seduto. Al tatto, l’ernia è del tutto simile , come consistenza, a una pallina di pongo e rientra, scomparendo alla vista, quando vi si esercita una certa pressione con le dita.

Non va però confusa con il cosìdetto ombelico extroflesso, cioè sporgente, che a differenza dell’ernia è compatto, duro al tatto e non rientra se viene spinto con le dita.

[su_box title=”CURIOSITA’ SULL’ERNIA OMBELICALE” style=”bubbles” box_color=”#ff8ce9″ radius=”5″]L’ernia ombelicale è relativamente poco frequente tra i bambini con la pelle bianca: interessa infatti il 3% dei nati ed è un problema quasi privo di significato per i medici. E’ invece una evenienza frequentemente comune tra i bambini neri: le statistiche riportano che ne è interessato addirittura ul 30-40% dei bambini.[/su_box]

Da che cosa è causata l’ernia ombelicale?

L’ernia ombelicale si forma quando l’anello ombelicale, che durante la gravidanza garantiva il collegamento tra il cordone e la placenta e che si trova nei muscoli più profondi della pancia in corrispondenza dell’ombelico, rimane aperto anzichè richiudersi, come di norma avviene poco dopo la nascita. In questa eventualità (ricorda il 3%…), una piccola porzione d’intestino può entrare in esso, evidenziandosi all’esterno. Il ritardo della chiusura del foro che costituisce l’anello ombelicale si riscontra di frequente nei bambini nati prematuri (80% dei casi), perchè è proprio nelle ultime settimane di gestazione che l’anello ombelicale inizia a restringersi. Nel 20% dei casi invece l’ernia ombelicale è invece influenzata dalla familiarità.

Che cosa bisogna fare se c’è un’ernia ombelicale?

Nulla: non si deve fare assolutamente nulla. L’ernia ombelicale scompare infatti spontaneamente entro i 3 anni di vita nel 95% dei casi, anche in assenza di qualsiasi cura o accorgimento.

E se l’ernia ombelicale non dovesse scomparire?

Fino ai 5 anni di età si può pazientare. L’ernia ombelicale non espone infatti a nessun pericolo. Solo se dopo i 5 anni fosse ancora presente , può essere consigliabile l’intervento chirurgico. L’ernia potrebbe infatti essere l’ostacolo alle future attività sportive e, in più, soprattutto nel caso delle bambine, potrebbe creare un problema di tipo estetico.

L’intervento per l’ernia ombelicale

L’intervento è molto semplice e consiste nel chiudere l’anello ombelicale per impedire l’uscita della piccola porzione di intestino erniato. In genere, viene eseguito in anestesia generale e richiede un solo giorno di ripresa. La cicatrice è praticamente invisibile.

Un’ernia ombelicale “strozzata”

In casi davvero eccezionali, l’ernia ombelicale può “strozzarsi”. L’evento si verifica quando il sangue non riesce più a circolare correttamente al suo interno. In questo caso l’ernia appare tumefatta, più grossa del solito e non rientra quando vi si esercita una pressione con il dito. Il bambino avverte dolore e fitte e piange. A volte può anche vomitare. Di fronte a questi sintomi è necessario andare al Pronto Soccorso, meglio se in una struttura ospedaliera dove è attivo un reparto di chirurgia pediatrica.