Quando la neomamma sente il pianto del suo bambino in sala parto sa che è andato tutto bene. Già, ma…
Perchè piangono i bambini alla nascita?
Il pianto della nascita può essere interpretato come l’espressione del primo respiro, ma forse non è solo questo, forse è anche un grido che ci ricorda come la nascita rappresenti per il bambino un enorme e brusco cambiamento per adattarsi a un nuovo mondo. Dietro un vagito si nascondono tante risposte diverse.
Prima tutto era oscurità, silenzio, calore, leggerezza; ora per la prima volta il neonato sente il proprio peso, riceve stimoli sonori, luminosi, termici che non possono che lasciarlo sconcertato.
Per esempio la temperatura esterna può essere di quindici gradi inferiore a quella del liquido amniotico da cui è avvolto il feto. Questo sovraccarico di sensazioni è stato paragonato a quello degli astronauti che rientrano nell’orbita terrestre dopo aver sperimentato l’assenza di gravità.
Quando il piccolo nasce e comincia a respirare da solo, il cordone ombelicale reciso continua a pulsare per qualche decina di secondi, poi si arresta. Una volta il cordone veniva tagliato subito alla nascita e il bambino emetteva un pianto molto acuto quasi di dolore; oggi si è pensato che il taglio troppo rapido del cordone provochi un ingresso troppo improvviso dell’ossigeno nei polmoni dando una reazione bruciante e dolorosa al primo respiro. Perciò si è visto che è meglio far passare qualche attimo tra i primi respiri autonomi del neonato e il taglio del cordone.
Durante la vita intrauterina il feto riceve l’ossigeno ed elimina l’anidride carbonica attraverso la placenta, quindi non usa per gli scambi respiratori i polmoni, i quali non contengono aria ma sono ripieni di un liquido prodotto all’interno di essi (liquido alveolare). Il flusso di sangue attraverso i polmoni è molto ridotto rispetto a quello che sarà invece dopo la nascita.
Al momento della nascita stimoli sensoriali, come lo sbalzo termico, stimoli tattili sul feto che passa attraverso il canale del parto, o stimoli chimici come l’accumulo di anidride carbonica e la diminuzione di ossigeno nel sangue, danno avvio al primo pianto ed ai primi atti respiratori.
I polmoni si espandono, il liquido polmonare gradatamente lascia gli alveoli e le arteriole del polmone cominciano a dilatarsi e aumenta in esse il flusso di sangue.
Il fattore che maggiormente agisce sulla diminuzione del liquido polmonare fetale è la fase del travaglio di parto, mentre la spremitura del torace del bambino durante l’uscita dal canale ha un effetto minore sull’eliminazione del liquido polmonare attraverso le vie aeree superiori.
La trasformazione della circolazione fetale in quella di tipo neonatale si verifica già nell’immediato periodo postpartum, con l’inizio della respirazione, quando i vasi diretti verso la placenta si chiudono e quando il flusso ematico si ridistribuisce in un organismo ormai adulto.
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