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L’Ilva colpisce ancora, muore un’altra bambina

L’inquinamento atmosferico è un problema molto serio, che mina soprattutto la salute dei bambini. L’Ilva di Taranto ne è un triste esempio, che ancora oggi continua a mietere giovanissime vittime. È il caso dell’ennesima bambina, Marzia Rebuzzi. La piccola, che aveva solo 5 anni, è morta a causa di un tumore al cervello.

La bambina era la nipotina di Aurelio Rebuzzi, papà di Alessandro, il 16enne morto il 2 settembre 2012 a causa di una fibrosi cistica. Secondo l’associazione “Genitori Tarantini Ets” il tumore è connesso all’inquinamento industriale e dopo aver appreso della morte della piccola ha pubblicato un post su Facebook.

Come hanno scritto i genitori tarantini, che il 25 febbraio scorso hanno organizzato la Fiaccolata in ricordo di bimbi e ragazzi morti di tumore: “Oggi la città dovrebbe essere coperta da un velo nero, non quello dei fumi che ci stanno ammazzando, ma un velo nero per un lutto inaccettabile. Un velo nero come l’anima colpevole di chi aveva il potere di fermare questa mattanza e non l’ha fatto, quelli dei decreti, quelli del delitto perfetto, che hanno continuato a perpetuare sulla nostra comunità, tutti quelli che non conoscono la vergogna”.

La rabbia e il dolore di queste persone è comprensibile. L’Ilva andrebbe chiusa per sempre. La scelta tra salute e lavoro è inconcludente e inammissibile. E voi, cosa ne pensate?