Il 90% delle donne che hanno avuto una gravidanza e un parto senza complicazioni, può allattare al seno.
Ma anche chi deve fare i conti con l’allontanamento del neonato nei primi giorni di vita, per questioni di immaturità o salute, può farcela.
Sono rarissimi i casi in cui è fisiologicamente impossibile: di solito un mancato allattamento deriva da fattori che, se affrontati nel modo corretto sin dall’inizio, possono essere modificati.
Ecco quattro semplici consigli:
- Pretendi che il bambino ti venga attaccato al seno entro un’ora dalla nascita
La suzione del neonato fa partire la richiesta di latte al corpo della madre, attivando di fatto il processo di montata lattea. Più aspetti, più tardi arriverà il latte. La montata lattea di solito compare a tre giorni dalla nascita nel caso di parto naturale, anche a cinque o sei giorni nel caso di intervento cesareo. Nel frattempo, chiedi comunque che il bambino ti venga lasciato vicino e attaccalo ogni volta che si sveglia o piange: più starà attaccato, più stimolerà il seno e, nel frattempo, assumerà la giusta quantità di colostro, la prima sostanza nutriente di cui ha bisogno. - Cerca di evitare l’uso del ciuccio nelle prime settimane di vita
Il bambino deve essere attaccato al seno per qualsiasi bisogno: dallo stimolo della fame alla semplice rassicurazione. Solo così la produzione del latte sarà corrispondente alle sue reali necessità. - Fatevi aiutare dalle ostetriche ad attaccare il bambino nella maniera corretta
La suzione deve avvenire con tutta l’areola in bocca e il capezzolo contro il palato. Questo perchè solo la suzione corretta stimola la produzione del latte e, inoltre, evita la formazione di ragadi e tagli dolorosi che scoraggiano le madri nel proseguire l’allattamento. - Allatta a richiesta
L’allattamento è un chiaro esempio di equilibrio tra domanda e offerta: è il bambino a determinare la sua richiesta, la produzione adeguata di latte durante le diverse fasi della sua crescita.